venerdì 19 ottobre 2012

Munari: dai negativi-positivi alle sculture da viaggio



"Negli anni cinquanta, durante le ricerche sulla percezione visiva che portarono alla realizzazione dei dipinti negativi-positivi, conducevo anche un'altra ricerca che si potrebbe definire complementare a quella dei negativi-positivi. Questi si basavano sulla percezione visiva di una situazione ambigua: non si può definire qual'è la figura e qual'è il fondo di questi dipinti perché figura e fondo sono combinati sia formalmente che cromaticamente in modo da apparire nell'una o nell'altra situazione, quella di figura e quella di fondo."
(Bruno Munari, Simultaneità degli opposti, Corraini, 1989)

I primi negativi-positivi (definiti con ironia quadri quadri, ovvero quadrati per quanto concerne le dimensioni) sono limitati alla superficie del quadro, successivamente Munari passa ai negativi-positivi sagomati dove il colore della parete o dell'ambiente entra a far parte della composizione, eccone alcuni esempi:



Munari realizza anche un negativo-positivo a 3 dimensioni, dove un foglio di lamiera quadrata viene tagliata e piegata creando un volume-scultura in cui i pieni ed i vuoti creano forme negative-positive.




Forse conviene partire da questa scultura per capire come Bruno Munari arriva all'ideazione delle sculture da viaggio, oggetti in cartoncino che hanno tra i loro antenati gli origami giapponesi. Questi ultimi sono però differenti in un aspetto fondamentale: non prevedono il taglio della carta. Munari invece introduce questa possibilità sia come variante, sia come elemento essenziale. Le prime sculture da viaggio nascono all'inizio degli anni cinquanta come sculture pieghevoli e di fatto vengono regalate o spedite come biglietti di auguri; successivamente, a partire dal 1958, prendono il nome di sculture da viaggio.




"La scultura si presenta piegata in una busta. Si apre la busta e si estrae la scultura. Appoggiate la scultura su di un piano orizzontale (sui piani inclinati scivola) e prima di spegnere la luce osservate come questa illumina le varie parti sporgenti o rientranti, le parti piene e quelle vuote. Voltatela dall'altra parte, cambia aspetto, i vostri pensieri da pratici diventeranno lentamente estetici (la velocità dipende da voi), non vi domanderete più "cusa l'è chel rob ki" (cosa è quella roba lì? in dialetto milanese, ndr) e vi addormenterete felici. Buona notte."
(Bruno Munari, Codice ovvio, Einaudi)






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